Monotipo
Ho iniziato a lavorare con la tecnica del monotipo nel 1993 ed ho continuato fino al 1995, frequentavo le lezioni di pittura del Maestro Vito Libero Linares nella città di Marsala e grazie a lui mi sono appassionata a questa tecnica perché ha la connotazione di una « magia », si dipinge ad olio su un supporto rigido (vetro in genere) e alla fine si imprime un foglio sopra con una leggera pressione, togliendolo poi dopo qualche minuto. Appare sul foglio il dipinto in olio quasi in filigrana e speculare alla matrice. Insomma potevo stampare a casa senza andare in tipografia.
Ho ripreso a lavorare con la tecnica del monotipo nel 2015, venti anni dopo, è stata una nuova ricerca in cui ho realizzato monotipi con temi astratti, ampliando le dimensioni del supporto di stampa e scegliendo come base di stampa: la carta di riso e il cartoncino tedesco (rugoso e facilmente imprimibile).
Informazioni sul “monotipo”
Il termine “monotipo” deriva dal greco e significa “unica impronta”.
Nelle arti visive si riferisce ad un’unicità, è infatti un unico esemplare di stampa.
La tecnica consiste nella realizzazione di un’immagine dipinta direttamente con colori ad olio su una matrice (lastra di vetro o metallo) e stampata poggiando il supporto scelto (tela o cartoncino) sulla matrice, praticando una semplice pressione, in questo modo l’immagine risulterà una composizione rovesciata come in ogni tipo di tecnica di stampa, quindi speculare, e la superficie del supporto piacevolmente materica.
La stampa ricavata è unica, tuttavia si può recuperare, senza aggiunta di colore sulla matrice, una seconda e una terza volta, naturalmente con contrasti via via sempre meno incisivi. La seconda copia sarà considerata come prova d’autore (P.A.), con una numerazione limitata a pochissime tirature.
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